29 marzo 2013

LO CHIAMAVANO HERMINATOR...

Herman Maier

L’altro giorno apro Facebook, e vedo subito un’immagine che mi fa venire il sorriso. È Lindsey Vonn nella quale fa capire a tutto il mondo di aver fatto un altro passo avanti nel recupero dall’infortunio, una sola stampella le è sufficiente ora per camminare. Bello, troppo bello, per uno che ama lo sport e non vede l’ora che torni in pista. Guardandola mi è venuta in mente un’altra cosa, simile per certi versi, qualcosa di straordinario che solo lui ha fatto, ma Lindsey potrebbe in qualche modo imitare. Sto parlando del ritorno dall’infortunio di Herman Maier, si Herminator, quel pazzo austriaco che faceva gioire una nazione intera. Quello che fatto lui rimane, per me, unico, non ha eguali nemmeno negli altri sport: cade in moto, rischia di vedersi amputata la gamba destra, torna e vince. Ora vi spiego dove e come vince, per rendervi l’idea dell’impresa. Nell’agosto del 2001 succede l’incidente, nel gennaio del 2003 ritorna in pista, prima gara, nel gigante di Adelboden, non uno qualsiasi, il tracciato di gigante più difficile della Coppa del Mondo. Alla quarta gara dopo il rientro c’è la discesa libera di Kitzbuehel, sulla mitica Streif, dove per scendere non basta essere uomini normali. Vince. Piange, si nasconde più volte perché non ci crede, poi dai replay e dai tempi degli avversari si capisce che la gara è stata vinta sulla traversa della Hausbergkante, dove tutto il peso spinge sulla gamba destra, quella gamba che lui ha rischiato di non vedere mai più un anno e mezzo prima. È l’apoteosi, qui si è capito che campione era. Un fenomeno. Ecco, Lindsey, anche se con un infortunio diverso, potrebbe ricalcare questa storia al femminile, ha tutte le carte in regola per farlo, e poi se lo facesse all’Olimpiade, beh, sarebbe ancora più bello, no?

Nessun commento:

Posta un commento