Danilo Di Luca |
Un Giro d’Italia così, pieno d’acqua e neve non si vedeva da
svariati anni, dal 1995 per la precisione quando forse le condizioni
meteorologiche erano peggiori. Ma dal 1989 non si annullava una tappa come
quest’oggi, quando la neve ha fatto si che fosse impossibile, non solo superare
il Gavia e lo Stelvio, ma anche il piano b che comprendeva il Tonale. Forse questa
non è la più brutta notizia che ci si poteva aspettare, lo è decisamente un’altra:
Danilo Di Luca è risultato positivo all’epo. Un chiaro esempio di idiozia visto
il passato di questo atleta, squalificato nel 2007 e nel 2009 già per doping.
Si legge che il controllo a sorpresa è stato effettuato il 29 aprile, prima che
iniziasse il giro d’Italia, ma non si capisce cosa cavolo sia passato per la
testa a Danilo Di Luca. Sono arrivate anche le parole di Scinto, il direttore
sportivo della Vini Fantini Selle Italia, che critica pesantemente il gesto
dell’atleta (già licenziato dalla squadra), e la squadra stessa dicendo che
Danilo Di Luca non rientrava nei piani della società, ma è stato fortemente
voluto dagli sponsor, ripagati di conseguenza con questa bruttissima ed
ennesima storia di doping. C’è da chiedersi perché lo stesso direttore sportivo
non si sia rifiutato allora di salire in ammiraglia nel momento in cui al via c’era
anche quest’uomo?! In questi casi è giusto parlare di persona malata, e non
sarebbe neanche giusto sprecare del tempo per giudicarlo, la radiazione
sportiva è d’obbligo, ma senza perderci altro tempo e denaro per queste persone
che non meritano nulla. Non facciamo l’errore di generalizzare, ora è facile
dire “lo sono tutti così”, ma non cadiamo in questo tranello. Finisco con una
domanda: dove cavolo vai a 37 anni per la terza volta positivo al doping? Ma
non lo sapevi che il tuo negativo passato faceva si che i controlli fossero d’obbligo?
Difficilmente riesco a trovare ipotesi di risposta…
Mi chiedo solo perchè non li radiano subito alla prima volta
RispondiEliminaMe lo sono chiesto anch'io tante volte, in poche parole ci vuole più severità!
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