04 settembre 2013

MOUNTAIN BIKE: BOTTINO "GRASSO" PER L'ITALIA DAL SUDAFRICA!

La staffetta d'oro italiana
Se c'è un risultato che dai mondiali di Mountain Bike Cross Country appena disputati, si può trarre è questo: grande è stato il consenso popolare per una disciplina che continua ad attirare sempre più persone a conferma di un mondo in continua crescita che merita un approfondimento e magari un po' di più spazio mediatico. Ad accentuare il tutto, il fatto che per la prima volta nella storia il Campionato del Mondo ha avuto luogo nel continente africano, in Sudafrica, a Pietermaritzburg.
Per l'Italia la manifestazione si è rivelata d'oltremodo soddisfacente, a conferma che il nostro movimento è in continua crescita, e mentre prima ci apprestavamo ad essere una piacevole sorpresa per gli altri, ora stiamo diventando una vera e propria realtà. 
Subito al primo giorno è arrivato l'oro, dal Team Relay, una specialità che ha bisogno della sinergia di quattro atleti, la classica staffetta. Marco Aurelio Fontana, di cui conosciamo bene la personalità essendo stato anche medaglia olimpica, Gioele Bertolini, Eva Lechner e Gerhard Kerschbaumer sono i quattro eroi italiani, tutti diretti da uno splendido Hubert Pallhuber che piano piano sta raccogliendo i frutti di un lavoro straordinario cominciato molto tempo fa. Non a caso, da quattro edizioni internazionali, tra mondiali ed europei, l'Italia vince sempre. Non è finita qui perchè nei giorni a seguire arriveranno altre tre medaglie, in tutto saranno 2 ori, un argento e un bronzo, con Gerhard Kerschbaumer (oro), Emilie Colllomb (argento) e Gioele Bertolini (bronzo). 
Ben venga un movimento di questo tipo, il cosiddetto mondo delle ruote grasse, considerato "il parente povero" del ciclismo, che come dice il commissario tecnico, purtroppo non gode ancora di fondi economici necessari per sviluppare ulteriormente il livello già alto. Nonostante tutto i risultati ci sono, e quando si avvicinano questo tipo di competizioni l'Italia è tra le più considerate, un'Italia che ora può godere di un ricambio generazionale assicurato, perchè se da un lato abbiamo citato quei nomi, dall'altro ce ne sono altrettanti che hanno ben figurato e promettono bene come i fratelli goriziani Luca e Daniele Braidot e Greta Weithaler. Tutti giovani in grado di garantire alla mountain bike italiana un futuro roseo ma soprattutto Azzurro!

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