28 febbraio 2014

IL RACCONTO DI SOCHI 2014 IN UNA MERAVIGLIOSA POESIA DI GIOVANNI BRUNO

Eccoci qua. Si chiude. E quando si finisce c’è sempre quella strana sensazione di profonda tristezza da ultimo capitolo, ultime pagine, ultime righe di un bel libro, bel racconto, di una meravigliosa favola, di un qualcosa che ti ha preso, che ti è piaciuto e non vorresti finisse mai. È l’Olimpiade. Unica nel suo genere, nel far conoscere, nell’aggregare, nel trionfo, nella sconfitta, nelle emozioni. L’Olimpiade è unica, è una bella favola che lascia sempre alle sue spalle tutto ciò che la circonda prima per farti entrare nella narrazione poi. Mai come stavolta si partecipa nelle immagini, si riesce a carpire ogni singolo respiro, ogni minimo movimento, attimi indimenticabili che fanno parte del sogno di ogni atleta, quel sogno lo percepisci, lo catturi, lo rubi, e vieni rapito da tutto ciò che è un gesto sportivo, da una concentrazione prima del via con occhi persi nel vuoto, all’azione precisa e a tutto ciò che è una conclusione brutta o bella, che sia delusione o sorriso che sia urlo di disperazione o di gioia. È sempre quella commozione poi il coronamento di soddisfazioni interiori che si trasforma in lacrime. Si ha sempre la sensazione di scrivere e raccontare le stesse cose, sarà così ma non è vero, qui abbiamo capito il coesistere tra la conferma del vecchio campione e il nuovo che avanza, tra l’aumentata bellezza dei ragazzi che ben s’inserisce nel panorama di magiche montagne, nel passaggio repentino tra il sole, la pioggia e la neve, nell’affermazione di sport mai conosciuti e discipline nuovamente amate, un grande piacere che ci ha fatto dimenticare, proprio con tutto ciò, delle preoccupazioni della vigilia, e di tutto il resto, per poi risvegliarci con una vittoria per un pensiero diverso. Sono valori, storie, e come detto, favole. E come tutte le favole, hanno un lieto fine, un qualunque abbraccio, un qualunque volto, per un qualunque semplice e coinvolgente sorriso. La conclusione di un magnifico racconto Olimpico.

Grazie Giovanni, Grazie Sky.

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