Sono le 14.30 di un uggioso pomeriggio di febbraio, per l’esattezza
il 5 del 2 come si suol dire, i boss della Fis decidono che quello che dovrebbe
essere stato uno spettacolo può partire. Finalmente per le atlete arriva il
momento di scatenarsi, c’è anche un po’ di rabbia perche sono lì che attendono
impazienti dalla mattina una gara che sembrava destinata al rinvio. È tardi e
tra poco è buio, si dai, vedrai che non succederà più nulla, si riprende. Si, spettacolo dicevo, ma doveva esserlo, perché
ciò che è accaduto ha rovinato tutto, una macchia indelebile per sempre negli
occhi di chi ama lo sport, un motivo in più, purtroppo, per ricordare sempre
questi mondiali di Schladming. 1, 2, 3, oddio, c’è già una pausa, arriva l’elicottero,
un lisciatore della pista è caduto e ha sbattuto la testa, si è fatto male, va
bene va assolutamente soccorso. La gara si ferma, ma ce la faremo a finirla? e
così via fino alla 18, tocca a Tina, la Maze si, quella che sta dominando la
stagione, sembra imbattibile, vediamo se ora sa reggere la pressione e battere
la talentuosa svizzera Lara Gut che sembra aver fatto una discesa quasi
perfetta. Scende come sempre, con la grinta che la contraddistingue, taglia il
traguardo e capisce subito di aver fatto qualcosa di speciale, e con il boato
del pubblico lo realizza, è primo posto provvisorio: basterà per stare davanti
alla più forte di tutte? Tocca alla 19, sua maestà Lindsey Vonn, americana, dal
Colorado, un talento disumano, quasi maschile, sembra la pista perfetta per
lei, il pubblico alza il volume perché “Lindy”, come viene chiamata in Austria,
fa parte anche di loro, si allena molte volte lì, conosce bene cosa serve per
vincere in terra austriaca.
Three, two, one go, parte, lo fa come nessuna l’ha
fatto prima, aggressiva, forse troppo, è in vantaggio, si appresta ad
affrontare il primo e unico salto della pista, si alza da terra, vola, ma l’atterraggio…no
non può essere, non può esser caduta lei, non sbaglia mai, come è possibile? Scivola,
all’inizio c’è l’amarezza della caduta, si ok è caduta ma rimane la più forte,
la caduta può capitare anche ai più grandi nei momenti più importanti, ci
saranno le altre prove per rifarsi, è anche un anno sfortunato per lei. Al
Planai cala un silenzio surreale, in tv sembra di assistere a qualcosa che sai
che non è normale, ma perché? Lindsey si ferma sulla neve, continua il silenzio
dei commentatori, dei migliaia di spettatori presenti, ma ecco che qualcosa lo
rompe, sono le urla di “Lindy”, strazianti, di dolore. Tre soccorritori la
accerchiano subito, non si rischiano a toccarla mentre lei urla, si attende l’immediato
arrivo dell’elicottero. È grave, gravissimo l’infortunio, non avrei, ma penso
tutti, voluto mai vedere una scena del genere, di una delle più grandi sportive
di sempre, un incantesimo che si spezza. Le prime inquadrature sono
drammatiche, la gente piange, a chi non è scappata la lacrimuccia a casa? La sorella
incredula, l’espressione della Maze è da brividi, partono i replay: il
ginocchio di Lindsey che si piega come un ramo di un albero spezzato, un
qualcosa che fa venire i brividi a vederlo e rivederlo, la gamba destra che
sembra andare dove vuole lei. Si spera no sia nulla di grave, quasi impossibile
vista la dinamica, Lindsey viene “impacchettata” e trasportata fino all’ospedale,
il viaggio viene seguito in tv, per farvi capire l’importanza di Lindsey, i
pensieri vanno tutti a lei, è lì agganciata, sospesa in aria a 100 metri dal
suolo, 2 minuti di viaggio interminabili, quanto starà soffrendo dentro al toboga?
Ora la gara deve ripartire, tocca alla 20, ragazze piano, perché i limiti per
disputare questa gara sono stati tutti sforati, quelli non capiscono un cavolo,
gare di una certa importanza vanno rinviate e fatte nel massimo della sicurezza,
ma non venite a dire che il business e i soldi arrivano prima di tutto, perché sennò
siete degli incompetenti, che grazie a una vostra bravata avete perso la Numero
Uno del circus.
Difficile anche commentare la gara d’ora in poi, come fai? È troppo
difficile non pensare a lei, non ci si accorge neanche che si arriva alla 33,
Sofia Goggia, 20 anni bergamasca, prima gara ai Mondiali, fa parte di quelle
giovani che non hanno nulla da perdere, si continua a cercare notizie dall’ospedale,
ma l’occhio viene attratto dal cronometro, Sofia sta facendo qualcosa di
incredibile, massì sarà per un intermedio, poi vedrai il distacco come sale, no
ma guarda che resiste, allora seguiamola dai, guadagna, non ci posso credere,
ultime porte per un sogno, è quarta, festeggia lei, io no, lo sai perché Sofia?
Ah ti sei accorta anche tu, sono 5 i centesimi di secondo che ti separano dal
podio all’esordio. Va bene dai, è un grande risultato lo stesso, il talento c’è,
vedrai che hai tempo per portarne a casa di medaglie. 3 minuti di distrazione e
poi di nuovo lì, arrivano le prime notizie, piatto tibiale rotto, crociato
anteriore e collaterale interno spezzati, quante cose, ma non è finita, setto
nasale rotto con conseguente commozione cerebrale, mamma mia, subito a cercare
di pensare quanto lungo sarà lo stop. No dai, un anno dicono, guarda che c’è
Sochi 2014 da disputare, eh si, ci dicono che è a rischio pure quello, non ci
credo, ma devo farlo. Io so che lei le farà le Olimpiadi, i grandi atleti sono
anche quelli che hanno la più grande forza di volontà nel recuperare dagli
infortuni, vedrai che ce la farai anche sta volta, anche se qualcuno continua
dire che la carriera è pure a rischio, no! Sono sicuro che ti rivedrò in pista,
scommettiamo? Si dice che sià già in America, nel suo Colorado dove la prossima
settimana verrà operata a Vail, dai suoi medici di fiducia, attenti mi raccomando,
non si può sbagliare un millimetro perché questa è un fenomeno che non possiamo
perderci! Si conclude così una giornata triste, giusto inneggiare alla mitica
Maze, vincere davanti alla giovane Gut, e l’americana Mancuso a completare il
podio, nessuno però ci fa tornar indietro nelle decisioni, me lo chiedo anch’io
come tutti: doveva partire la gara? Qualcuno potrebbe dirmi che le polemiche le
faccio solo perché è capitato alla numero uno, no poteva capitare a chiunque,
la salute prima di tutto, anche dei soldi! Rispettiamo in questo mondo fatto di
soldi almeno questa precedenza!
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