Juventus-Galatasaray. Sono quelle partite che tutti i
calciatori vorrebbero giocare, e che magari molti tifosi pagherebbero 10 volte
il prezzo del biglietto per assistere ad uno spettacolo del genere. Non è una
partita qualunque, no perché quando si gioca in luoghi magici per il calcio
come questi sembra sempre di giocare in dodici contro undici. Chi è il
dodicesimo? Ovviamente il tifo turco, i tifosi turchi, veri e propri
protagonisti di quello che più che uno stadio sembra essere un inferno. Vi
ricordate la famosa “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”? Ecco, è perfetto
se si pensa allo slogan di questo stadio e dei propri tifosi: “Benvenuti all’inferno!”.
Dante Aligheri come Mehmet Akif Erso (il loro poeta nazionale).
Non è stato
facile per i 23.000 tifosi giallorossi trasferirsi dal vecchio Ali Sam Yen all’evoluta
Turk Telekom Arena capace di contenere 56.000 spettatori. È cambiato lo stadio,
ma la bolgia non è cambiata, anzi è aumentata. L’atmosfera che la Juve troverà
sarà calda, bollente, a poco servirà uscire prima nel riscaldamento perché il
volume dell’Arena non si abbasserà nemmeno un secondo, fino all’ultimo secondo
per spingere i propri beniamini verso l’impresa.
Aslandar e Cimbon sono i
gruppi più caldi degli ultras giallorossi, coloro che non guardano nemmeno le
partite pur di seguire e coordinare i cantori della curva, e se anche loro
dicono che questa partita di vita o di morte è più che un derby col Fenerbache,
allora si, che si fa sul serio veramente. Avete capito chi è il dodicesimo uomo
in campo? Avete capito perchè se ti piace il calcio non puoi perderti questi spettacoli? E se certe imprese o rimonte sono state compiute, all’Ali Sam Yen o
alla Turk Telekom Arena non importa, è anche grazie a quei “leoni” che
assistono la partita dalla curva…
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