Grazie ragazze. Se ci fosse un titolo o semplicemente uno
striscione da far trovare all’aeroporto al ritorno, questa sarebbe la scritta
ideale. Il bronzo conquistato in Costa Rica dalle nostre Azzurrine dell’Under
17, sa di immenso, un’impresa storica che merita il giusto spazio e il doveroso
scalpore dei media. Se la semifinale era qualcosa di mai agguantato per una
nostra nazionale femminile in una competizione Fifa, il terzo posto diventa il
nuovo limite da eguagliare, una medaglia agguantata con testa, cuore e coraggio
perché anche quando il tuo quarto goal a pochi secondi dalla fine vedi che non
è bastato per vincere, è normale che oltre alla tecnica devi avere una forza
mentale “non” umana per riprovare a ribaltare il tutto. Ma loro sono state
ancora più forti di tutte e di tutto, senza abbattersi, pronte per calciare
quei calci di rigore che tante gioie e tanti dolori hanno regalato alla
nazionale italiana, maschile o femminile essa sia. Ma a differenza di Germania
2006, quando i maschietti più vecchi dovettero batterne cinque, alle nostre
eroine ne sono bastati solo due di centri per conquistare l’olimpo, dati i 4
rigori errati delle venezuelane, ci avevano fatto tremare, battendoci. Un gran
finale, un lieto fine, per un’avventura più splendida che mai, come lo stesso
ct Azzurro, Sbardella, ha dichiarato, aggiungendo che questa è la medaglia di
tutte e tutti, perché al lavoro dietro le quinte nessuno si accorge, ma quando
si ottiene un risultato del genere, significa che preparatori, medici,
fisioterapisti e staff intero hanno agito in sincronia, come una macchina
perfetta.
Non passa inosservato, nemmeno per chi non è appassionato,
il risultato del Giappone. Altro oro, dopo quello della rassegna assoluta del
2011. Segno che oltre alla squadra maggiore, il paese del Sol Levante ha un
vivaio pronto al cambio generazionale per garantire un futuro pieno di
successi. Almeno qui, alla Spagna non basta il tanto rinomato tiki-taka!
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