03 aprile 2014

QUANTO MERITA L'UNIONE TRIESTINA 2012 LE GOCCE DI SUDORE DI GODEAS E COMPAGNI?

Denis Godeas
Il calcio dilettantistico col passare degli anni sembra sempre più un mondo incerto, circondato da persone che sembrano voler far del male piuttosto che il bene di giocatori e società, non più la sfera in cui si può dimostrare il proprio amore per il pallone attraverso il divertimento. E poco importa se si parla di dilettantismo o semi-professionismo. Ma quello che si legge nella pagina facebook ufficiale, di Denis Godeas, ha dell’incredibile e fa sorgere tante domande, fa riflettere, a cui è difficile trovare una risposta se non quella del “chi te lo fa fare?”. Denis Godeas, attaccante messosi in luce in terra triestina con la cavalcata nel professionismo, quest’anno ha deciso di rimettersi in gioco proprio in quella piazza che tanto ha amato e porta a cuore, Trieste, ripartendo dalla Serie D, dopo l’anno in Eccellenza. Ieri sera, dopo tante speculazioni, opinioni e articoli di giornalisti che si improvvisavano protagonisti all’interno dello spogliatoio, è arrivato il “post” dell’attaccante alabardato che mette in chiaro di quale sia la situazione che sta attraversando questa gloriosa società. Dalla descrizione ne esce una situazione che fa venire i brividi (vedi il post): dalla gente non pagata, costretta allo sfratto, genitori che non hanno soldi per mandare i bimbi all’asilo, giovani che non riescono più a pagarsi i pasti, medici costretti a pagare di tasca loro i medicinali per la squadra. Orrore verrebbe da dire. Ma in altrettanto modo verrebbe da chiedersi: dov’è la federazione? Perché gli si permette a questi teorici presidenti di continuare a far squadra? Perché nessun provvedimento? Domande a cui anche le più alte cariche non troverebbero risposte adeguate, ma intanto si continua a proseguire.
Premetto che le isole felici ci sono sempre, quelle che adoperano secondo le proprie potenzialità, ma quella dell’Unione Triestina 2012 forse ne è l’esempio di molte società, la maggioranza, dalla Serie D in giù che continuano a fare le cose in grande pur non avendo le possibilità. Poi alla fine ci rimettono sempre i giocatori, in particolare i più giovani che magari arrivano da lontano; senza dimenticare una cosa, che come dice il bomber Godeas, giocare a Trieste, pur in Serie D, significa essere professionisti, allenarsi 5/6 volte la settimana senza aver la possibilità di affiancare al calcio un lavoro. Il messaggio finale dei giocatori è da brividi: lotteranno fino alla fine col sudore per questa maglia! Il 2 a 2 a Marano ne è la prova!
Rabbia, incredulità, amarezza ma soprattutto vicinanza a tutti i giocatori dell’Unione Triestina 2012!!! 

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