Denis Godeas |
Il calcio dilettantistico col passare degli anni sembra
sempre più un mondo incerto, circondato da persone che sembrano voler far del
male piuttosto che il bene di giocatori e società, non più la sfera in cui si
può dimostrare il proprio amore per il pallone attraverso il divertimento. E
poco importa se si parla di dilettantismo o semi-professionismo. Ma quello che
si legge nella pagina facebook ufficiale, di Denis Godeas, ha dell’incredibile
e fa sorgere tante domande, fa riflettere, a cui è difficile trovare una
risposta se non quella del “chi te lo fa fare?”. Denis Godeas, attaccante messosi in luce in terra triestina
con la cavalcata nel professionismo, quest’anno ha deciso di rimettersi in
gioco proprio in quella piazza che tanto ha amato e porta a cuore, Trieste,
ripartendo dalla Serie D, dopo l’anno in Eccellenza. Ieri sera, dopo tante
speculazioni, opinioni e articoli di giornalisti che si improvvisavano
protagonisti all’interno dello spogliatoio, è arrivato il “post” dell’attaccante
alabardato che mette in chiaro di quale sia la situazione che sta attraversando
questa gloriosa società. Dalla descrizione ne esce una situazione che fa venire
i brividi (vedi il post): dalla gente non pagata, costretta allo sfratto,
genitori che non hanno soldi per mandare i bimbi all’asilo, giovani che non
riescono più a pagarsi i pasti, medici costretti a pagare di tasca loro i
medicinali per la squadra. Orrore verrebbe da dire. Ma in altrettanto modo
verrebbe da chiedersi: dov’è la federazione? Perché gli si permette a questi
teorici presidenti di continuare a far squadra? Perché nessun provvedimento?
Domande a cui anche le più alte cariche non troverebbero risposte adeguate, ma
intanto si continua a proseguire.
Premetto che le isole felici ci sono sempre, quelle che
adoperano secondo le proprie potenzialità, ma quella dell’Unione Triestina 2012
forse ne è l’esempio di molte società, la maggioranza, dalla Serie D in giù che
continuano a fare le cose in grande pur non avendo le possibilità. Poi alla
fine ci rimettono sempre i giocatori, in particolare i più giovani che magari
arrivano da lontano; senza dimenticare una cosa, che come dice il bomber
Godeas, giocare a Trieste, pur in Serie D, significa essere professionisti,
allenarsi 5/6 volte la settimana senza aver la possibilità di affiancare al
calcio un lavoro. Il messaggio finale dei giocatori è da brividi: lotteranno
fino alla fine col sudore per questa maglia! Il 2 a 2 a Marano ne è la prova!
Rabbia, incredulità, amarezza ma soprattutto vicinanza a
tutti i giocatori dell’Unione Triestina 2012!!!
Nessun commento:
Posta un commento