22 febbraio 2012

LA FAVOLA DELLO ZAMBIA


Lo Zambia che esulta per la vittoria


Gabon - Guinea Equatoriale 2012 Africa Cup of Nations. Sarebbe bello vedere quanti hanno scommesso sullo Zambia campione d’Africa prima del 21 gennaio 2012, data di inizio della coppa d’Africa.


 Pochi di sicuro tantomeno ci avrebbero scommesso un euro prima della finale contro “gli elefanti” della Costa d’Avorio. Nonostante tutti gli sfavori
dei pronostici, lo Zambia è campione d’Africa, portando al successo una nazione che aveva già disputato due finali perdendole entrambi.
Non è un successo arrivato per caso, lo Zambia di questi 20 giorni è piaciuto moltissimo, con un grande allenatore che ha saputo apportare alla sua squadra una grande organizzazione tattica che mescolata con le grandi capacità di velocità-forza ha creato il perfetto mix micidiale per tutti quanti. Battere Ghana e Costa d’Avorio non è cosa da poco, 432 minuti di imbattibilità, sono numeri che fanno pensare a una grande impresa impensabile fino a un mese fa. Veniamo alla finale: sicuramente gli uomini di Drogba hanno avuto le occasioni per portare a casa la coppa, lui stesso ha calciato alle stelle un rigore e Yaya Tourè ha sfiorato il palo , ma di certo bisogna sottolineare la grande bravura dei “Chipolopolo” (proiettili di rame) nell’arginare giocatori che giocano in campionati non certo locali come per quelli dello Zambia, e di limitarli in tutte le sue qualità.

 Due parole vanno spese per il grande allenatore che ha lo Zambia: Hervè Renard. Lui ha rinunciato a contratti molto più prosperosi dal punto di vista economico per andare a Lusaka e affrontare qualcosa di impossibile, ce l’ha fatta, non certo per caso ma dimostrando grande maestria anche nel gestire vari sistemi di gioco, principalmente basato su un 3-5-2 che all’occorrenza diventava un 5-3-2 o un classico 4-4-2; ha saputo cambiare ma i risultati non cambiavano, anzi, ha ottenuto 9 goal, record della competizione e subendone nemmeno 1 nelle ultime 4 partite.

Hervè Renard, allenatore dello Zambia

Successo meritato, anche se ottenuto alla lotteria dei rigori, dove tra l’altro si sono dimostrati freddissimi anche lì; l’albo d’oro ha così un nuovo nome, dopo le due finali perse: lo Zambia.
Il destino è bellissimo a volte: la finale si è disputata a Libreville, proprio in quella città da dove partì il tragico aereo con la nazionale Zambia nel 1984, proprio quell’aereo che cadde e dal quale non si salvò nemmeno un giocatore; l’anno seguente con una squadra costruita all’ultimo, data la dovuta rifondazione, lo Zambia arrivò alla finale, una delle due perse.

 Il prossimo anno in Sud Africa saranno loro la squadra da battere, ma c’è già chi sogna per i mondiali in Brasile nel 2014, sognare non costa nulla, perché non riprovarci a sorprendere tutti? Anche a farlo sul campo costa quasi nulla (si fa per dire), un piccolo budget inferiore a una squadra di Lega Pro italiana.

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